Diciamolo subito. Ritorno al futuro è stato ed è un capolavoro. Nel 1985 questo film è riuscito in modo ironico e divertente a metterci in testa il gioco del tempo, un passaggio presente-passato-futuro che più di ogni altro film è riuscito a raccontare il filo rosso che unisce le ere dell’uomo in un continuo rimando di situazioni e intrecci.
Il futuro di Zemeckis & company è una cosa spettacolare: una Doc DeLorean in grado di volare, alimentata a spazzatura invece che a plutonio, e Marty McFly che passa dall’essere un ragazzetto simpatico e nullafacente a diventare un eroe in grado di riscattare le sue sorti e quelle della sua famiglia.Il futuro di BTTF non è grottesco né incubotico come quello di Orwell, Kubrick o Gilliam, ma è un semplice gioco narrativo che azzecca ogni passaggio rendendo gradevole l’esplorazione del tempo da parte degli spettatori.
L’assolo rock di Marty di fronte a una platea di gente allibita durante un ballo scolastico degli anni ’50 rimarrà nel cuore di tutti per sempre. Sì, esatto, parliamo del primo capitolo della trilogia, il più importante, il più originale e il più convincente, dopo tutto.
Con la colonna sonora di Huey Lewis a rendere la pellicola ancora più bella. Un mondo idilliaco e magico come vorremmo che fossero i nostri sogni più puliti. Michael J.Fox allora era una superstar, Christopher Lloyd era il grande Doc, genio visionario e strambo e poi il padre di Marty, George e la madre, Lorraine, e la frase famosa che pone fine alle vessazioni di Beef: ehi, tu porco, levale le mani di dosso. E nulla più, e non solo nel film, è stato come prima.
Ritorno al Futuro ha fatturato negli anni circa 900 milioni di dollari, una cifra iperbolica e oggi Michael J. Fox è ambasciatore nel mondo per raccontare la sua vicenda con il Parkinson.
Oggi più che mai, quindi, che la vita si presenta con tutto il suo peso e la sua durezza, questo piccolo gioiello riluce in tutta la sua grandezza e ci riporta al passato degli anni ‘80, per un prezioso istante, a immaginare il futuro nel più giocoso dei modi.